“Il Gatto con gli stivali” è un racconto multimediale. Prende vita grazie alla presenza di un attore che ne narra la storia in diretta, servendosi di parole, immagini e filmati. La narrazione è continuamente integrata da scene filmate che sono state realizzate attraverso tecniche differenti: il paper theatre, il teatro d’ombre, la stop motion, il disegno animato, il pop-up theatre.
L'intreccio è ben noto: un giovane ragazzo, rimasto orfano, riceve in eredità un gatto. Questi, grazie alle sue straordinarie doti, lo aiuta ad arricchirsi e a trovare una sua collocazione nel mondo, attraverso un susseguirsi ascendente di eventi, che culmina con il matrimonio del giovane stesso con la figlia del Re.
Siamo partiti dalla celebre versione di Perrault per poi abbandonarla e ripercorrerne le traccie a ritroso, attraverso la versione dei fratelli Grimm e di Straparola, fino ad approdare al “Cagliuso” di Basile, dove i toni scuri, il contesto di estrema miseria in cui è ambientato e la lingua amara di cui si serve, rendono il racconto comico e tragico al tempo stesso e, a nostro avviso, più contemporaneo, perché a distanza di sicurezza dal canonico messaggio moralistico ed edificante che ci viene sovente proposto.
A partire da questa riflessione abbiamo cominciato a lavorare ad una ri-scrittura, che della fiaba classica mantiene intatti l'arco narrativo e i personaggi principali, senza tuttavia censurarne le spinte contraddittorie e le dinamiche spesso ambivalenti. Al contrario, attraverso il dispositivo scenico che abbiamo creato, abbiamo provato ad esaltarne con leggerezza la sua complessità, facendo emergere quegli aspetti ambigui- e a tratti irrisolti -che sono propri delle vicende umane, delle loro relazioni e dei loro desideri, di cui questa fiaba è grande interprete.
Immaginato e creato da Marco Ferro
Realizzato da Marco Ferro, Stefano Pirovano, Valeria Sacco, Giulietta De Bernardi, Soledad Nicolazzi, Anna Fascendini
Sonorizzazione a cura di Diego Dioguardi Con Marco Ferro o Stefano Pirovano
(ogni racconto è interpretato da un attore)
Con un ringraziamento speciale ad Alessandra Amicarelli e allo Spazio Laboratorio Fontanili